“Le ho sparato du botti”: uccise Manuela Petrangeli con un fucile, no all’abbreviato per Molinaro
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Comincerà il primo luglio in Corte d'Assise il processo nei confronti di Gianluca Molinaro, l'uomo che il 4 luglio 2024 ha ucciso a colpi di fucile l'ex compagna, Manuela Petrangeli. La difesa aveva chiesto il giudizio abbreviato, rifiutato dal giudice per l'udienza preliminare: nessuno sconto di pena dato che l'uomo rischia l'ergastolo. Molinaro, per cui l'accusa aveva chiesto il giudizio immediato, deve rispondere di omicidio aggravato dalla premeditazione, stalking, detenzione abusiva di armi e ricettazione.
Il femminicidio è avvenuto il 4 luglio scorso in via Orseolo a Roma, fuori la clinica dove Petrangeli lavorava. La donna stava tornando alla sua auto con un'amica quando Molinaro, completamente ubriaco, è sceso dalla sua macchina con un fucile e ha fatto fuoco. Un delitto premeditato, che l'uomo aveva programmato da tempo – come provato dai messaggi che aveva mandato a un amico poco prima di premere il grilletto – e che non ha lasciato scampo alla donna, morta sul colpo a causa delle ferite che le sono state inferte.
Molinaro era ossessionato dal fatto che l'ex moglie continuasse a vivere la sua vita senza di lui. Persona violenta, con alle spalle maltrattamenti nei confronti delle donne con cui aveva avuto relazioni, aveva mandato un sms a un amico poco prima del delitto scrivendo ‘oggi forse prendo due piccioni con una fava'. Dopo il femminicidio, invece, ‘gli ho sparato du botti'. L'amico di Molinaro ha riferito agli inquirenti che non aveva visto quei messaggi in tempo, e di averli letti solo dopo che la donna era già stata uccisa.
Quando Manuela Petrangeli era già morta, Molinaro ha chiamato la sua ex compagna, confessando il femminicidio. È stata lei a convincerlo a costuirsi. L'uomo è quindi andato dai carabinieri, dicendo cosa aveva fatto. Non ha mai mostrato segni di pentimento per il suo gesto.